I GIOVANI E LA CARENZA DI INFORMAZIONE

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I GIOVANI E LA CARENZA DI INFORMAZIONE
 

Guardiamo ad alcuni incidenti occorsi alla categoria dei lavoratori giovani.

  • Nel primo caso l'infortunato è un minorenne impegnato in attività di carpenteria metallica. Assunto come operaio aveva avuto l’incarico di tagliare un tubo di ferro utilizzando una troncatrice. L’incarico era stato dato dopo avere ricevuto una sommaria informazione da un collega di lavoro anziano, al quale era stato affidato il compito di istruire il neo assunto dalla direzione aziendale. Dopo avere eseguito il taglio il giovane mentre con la mano destra teneva abbassata la testa della troncatrice con la lama in movimento e con la mano sinistra tentava di rimuovere il pezzo di tubo tagliato, veniva a contatto con la lama in movimento della macchina. La lama della troncatrice presentava la zona di taglio scoperta nella parte eccedente la zona di lavoro a causa della mancata efficienza del carter di protezione mobile. È evidente che tra i fattori determinanti dell’incidente ci sia la presenza di una macchina troncatrice per ferro priva di carter di protezione sulla lama. Ma l’incidente è avvenuto soprattutto perché il giovane ha avvicinato la mano sinistra alla lama in movimento della troncatrice per rimuovere un pezzo appena tagliato. In questo caso siamo in presenza di una probabile mancanza di formazione sull’uso della macchina, mancanza aggravata dall’età che avrebbe dovuto probabilmente suggerire un maggiore controllo da parte di un supervisore o una destinazione ad attività meno rischiose.

  • Nel secondo caso passiamo al primo giorno di lavoro di un giovane operaio. L'infortunato stava coadiuvando un collega nella realizzazione di un tubo di grosse dimensioni a partire da un foglio di lamiera facendolo passare attraverso i rulli di una calandra, una macchina dotata di cilindri rotanti e utilizzata per comprimere diversi materiali. Il giovane mentre con la mano destra accompagnava il foglio verso l'entrata del rullo della calandra, con la sinistra lo teneva incurvato dopo il passaggio sotto il rullo. All'improvviso l'infortunato avvertiva un fortissimo dolore alla mano destra finita tra i rulli e immediatamente il collega attuava l'inversione dei rulli liberandola. Anche in questo caso i successivi rilevamenti hanno messo in luce due elementi che ci riportano a quanto già detto in relazione all’incidente precedente. Da un lato è stata rilevata la non conformità della calandra alla normativa vigente dato che erano smontate le protezioni. In questo caso tuttavia le protezioni non avrebbero impedito alla mano di finire tra i rulli. Il fattore determinante è stato quindi proprio la mancanza di formazione dell'infortunato.

  • Il terzo caso che affrontiamo è avvenuto ad un giovane operaio, assunto da pochi giorni, addetto ad un impianto per la miscelazione del mangime per i suini. L’impianto era costituito da un silos di stoccaggio e da una tramoggia di carico (sorta di recipiente a forma di tronco di piramide o di cono capovolto e munito di apertura sul fondo per scaricare i materiali contenuti). La tramoggia era collegata con una tubazione nelle quale ruotava una coclea per l'avanzamento del mangime che viene scaricato in un carro miscelatore. La coclea è un semplice dispositivo usato per trasportare dei materiali e costituito da una grossa vite posta all’interno di un tubo. Dopo qualche ora di funzionamento dell'impianto il mangime non veniva più scaricato nel carro miscelatore a causa di una ostruzione a livello della tramoggia. L'infortunato per liberare l'ostruzione provò ad accendere e spegnere l'impianto più volte, come gli era stato detto di fare, ma non ottenendo nessun risultato di propria iniziativa e mantenendo in funzione l'impianto, decise di utilizzare una scala a pioli raggiungendo così la tramoggia che era posta a circa 2,5 metri di altezza dal pavimento. Non sapendo che al fondo della tramoggia vi fosse una coclea in movimento che è normalmente coperta dal mangime, vi immerse la mano destra per eliminare l'ostruzione, ma la mano venne subito amputata dalla coclea in rotazione. Anche in questo caso è evidente l’errore di procedura conseguente ad una mancata formazione sull'utilizzo dell'impianto.



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